quel mattino, sveglia molto presto, è ancora l'alba quando carico il gommone sul portapacchi dell'auto. l'assoluto silenzio mi fa sentire che il mare è un po mosso ed allora scarto la possibilità di andare a pesca in bassofondo alla ricerca di qualche spigola. con titubanza e perplessità mi dirigo verso gli scogli più esterni alla ricerca di saraghi e forse dentici.
alla prima immersione noto che sul fondo c'è una forte corrente di scirocco e quindi presumo che il mare si agiti.
velocemente ancoro il gommone e prendo il fucile più lungo, il 90 alluminium. ma non appena metto la maschera in acqua mi rendo conto che la visibilità è scarsa e allora opto per il fucile da 80cm, quello che uso per le spigole.
dopo alcuni aspetti senza premere il grilletto, vedo un denticiotto di piccole dimensioni passarmi di lato. allora con la speranza di un pesce migliore decido di restare sul fondo fino a quando il diaframma me lo consenti.
un altro dentice si dirige verso la punta e provo a colpirlo, il tiro va a segno ma il pesce non supera i 7 etti.
poi solo lunghi aspetti ma nessuna preda di rispetto.
intanto il mare si intorbidisce sempre più e lunghe onde tagliano la superficie del mare preavvisando l'arrivo di una mareggiata.
conto ancora in qualche altro aspetto ma nel cavetto finisce solo un sarago di modeste dimensioni.
provo a spostarmi con il gommone su altri scogli che conosco bene, mi ventilo profondamente e scendo. li il fondale è di circa 10mt e sono necessari aspetti lunghi per vedere qualche preda.
di solito è la spigola che al primo aspetto mi sfida, ma questa volta è tutto così strano, i cefali nuotano in superficie e nessun predatore si è fatto vedere nei primi 30 secondi.
ma ad un tratto i cefali scattano verso il fondo ma non vedo nulla. la postazione all'ombra di uno scoglio mi occulta parte del campo visivo.
provo a sporgermi per vedere se il predatore stia arrivando proprio da quella direzione.
infatti il pescione era passato e quando riesco a girare l'arma è già a circa 3mt dalla punta e la testa è ormai scomparsa nel torbido.
mi distendo e irrigidisco il braccio, parte il tiro e immediatamente il mulinello srotola sempre più velocemente metri di sagolino..
con forza cerco di frenare la corsa del pesce ma in 7-8secondi i 50mt di sagolino finiscono e con forti strattoni mi tira verso il largo. proprio nella direzione del mio gommone, dove sulla prua e posizionata la boa gonfia e con moschettone.
dopo un paio di minuti lunghissimi di tira e molla riesco ad avvicinarmi al gommone ed a prendere la boa.
assicuro subito il fucile in modo da non perderlo nel caso la preda me lo strappi dalle mani.
ma un dubbio mi assale....colpita male come faccio a portarla su se non gli do il secondo colpo? allungo il braccio nel gommone e prendo il fedele 90.
adesso inizio a seguire il cordino e nonostante i forti strattoni del pesce carico tutto d'un fiato il secondo fucile direttamente alla seconda tacca. ormai è a 5mt e nuota velocemente intorno in modo circolare.
vorrei tentare il tiro ma il pesce con due scodate riprende le dovute distanze.
vedo l'asta in pancia e il foro sembra ancora capace di trattenere l'aletta.
ci riprovo e miro al cervello, ma il tiro finisce nella vescica ed il mare si riempie di grosse bolle d'aria.
ma la preda accusa il colpo e si lascia portare in superficie. stringendola forte tra le gambe, con il pugnale, le dò il colpo di grazia. adesso devo ritornare al gommone che è a circa 100mt. finalmente arrivo e dopo essere salito tiro su la preda...è enorme, per poco e non entra nel mio gommoncino!
recupero tutta la sagola e faccio due telefonate agli amici. il viaggio è lungo e le spine del pesce fanno paura. la possibilità che mi fori il piroscafo sono alte e allora uso il mio impermeabile che uso per gli spostamenti per avvolgere il pesce. dopo 15 minuti di navigazione a manetta, arrivo all'auto, dove il mio amico puntuale sta aspettandoci. numerosi gli scatti, l'emozione non ancora dimenticata mi fa raccontare tutto.
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