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Mirko333
22/03/2018 19:55
Piepo
05/09/2017 20:11
744 visualizzazioni
principiantescrive:
Finalmente ho letto il libro di Pipin Ferreras e posso dire che è semplicemente meraviglioso e parecchio emozionante. Per uno come me che per tutta la vita ha considerato la lettura una cosa noiosa, nessun libro e stato in grado di coinvolgermi così tanto, leggendo sembra quasi di far parte della storia. Mi dispiace tanto che simili emozioni siano dovute uscire da una storia vera anzi che su una inventata. Per qualsiasi giudizio esperto, o principiante non rimane difficile accusare la sua squadra e l'intera sua organizzazione di criminale negligenza.
Il libro parla dell'apneista francese Audrey Mestre, giovane moglie del cubano Francisco "Pipín" Ferreras, campione del mondo di free diving, perde la vita a soli ventotto anni nel tentativo di stabilire il nuovo record di immersione a 171 metri nella categoria No Limits. E' questo il tragico epilogo di una grande storia d'amore iniziata sei anni prima a Cabo San Lucas, in Baja California, quando Audrey, bellissima studentessa di biologia marina, incontra il massimo interprete di uno degli sport acquatici più rischiosi, controversi e affascinanti. Non e difficile pensare che Audrey era morta perché aveva riposto la sua fiducia nell'uomo sbagliato.
Una perdita che all’epoca ferì e impressionò anche tutto il mondo dell’apnea, infatti, come ci racconta Ferreras, le polemiche non ebbero limiti e così le accuse e le difese.
Questo libro ci propone ora lo spunto per cercare di riflettere in maniera più matura sulla natura degli incidenti subacquei: Audrey non sarà morta invano se, in ogni occasione sportiva, le attrezzature, le modalità di svolgimento della stessa e la propria forma fisica avranno ricevuto tutta l’attenzione possibile e anche di più. Sarà piena la bombola? Sarà sicuro immergersi a 70 mt ? visto che in acqua tutto conta di più: la paura, il coraggio, l'esperienza e il tempo. Ho ben chiaro il concetto che sto pescando da solo e quindi ho ben chiare quali devono essere le mie quote operative?
Detto questo non auguro a nessuno di vivere le sofferenze di quest'uomo, lui sa bene che si porterà i ricordi belli insieme a quelli brutti fino alla fine.
Bene, come vedo hai cambiato idea. Bravo, mi fa piacere che hai letto questo libro, come ti ho consigliato la volta scorsa. Ti consiglio di vedere anche il documentario di Rai3 Sfide.
io l ho visto il documentario e posso dire
che è molto ben fatto e rispecchia
pienamente il messaggio contenuto nel libro stesso...la sicurezza in mare.Un concetto ribadito più volte da grandi campioni come Pellizzari e Maiorca in particolare vorrei citare una frase di quest ultimo che mi è rimasta dentro e che ho assunto a mio motto quando vado in mare" "IO VADO IN MARE PER RITROVARE ME E STESSO ed aggiungeva poi...POSSO RITOROVARE ME STESSO ANCHE A 3 METRI DI PROFONDITA'" spero sia chiaro il concetto..buon mare a tutti.
Non ho cambiato idea avevo intenzione di leggerlo comunque.melo consigliarono un mese fa a lavoro.
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principiante:
27/04/2016 03:30
....trascrivo un pezzo di pagina 221 ...... da queste righe si può capire che persona meravigliosa era Audrey.....
Era strana la capacità di mia moglie di piacere a tutti.Era una persona eccezionalmente buona e affettuosa e chiunque la conoscesse se ne rendeva conto subito.Come ho già detto,pareva piu evoluta della media dei comuni mortali e suscitava stima e simpatia in gente molto diversa.Anche gli uomini della mia squadra , molto eterogenea,la adoravano. Audrey era una di loro:parlava con loro , pranzava con loro ,domandava con sincero interesse notizie della loro vita.E rimaneva sempre a bordo della barca finché tutti i sub non finivano le tappe di decompressione,per le quali occorrevano fino a quattro o cinque ore. Una volta si era tuffata per portare uno spuntino a un sub che era rimasto a lungo sott'acqua; in altri momenti si immergevano anche solo per salutare gli assistenti ,tener loro compagnia per un minuto o scrivere sulla lavagna messaggi come "Bistecca e gelato per cena !"
Io ero meno paziente e meno generoso.Siccome non sopportavo,dopo le immersioni,di aspettare per ore gli assistenti,saltavo sullo skiffe e tornavo a riva.Guardando Audrey raggiante al centro della sala, riflettei sul suo carattere e il mio e capii che avrei dovuto correggermi molto.Non ero paziente.Non ero particolarmente generoso.Mi disturbavo di rado a dire alla squadra parole di apprezzamento.